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La cooperazione sociale cuneese si mette in Rete

Qui di seguito l’articolo pubblicato su “Il granello di senape” n°5 di dicembre 2015, scritto da Elisa Gondolo, presidente della Cooperativa a nome della rete d’impresa “Rifugiati in rete” costituita dalle Cooperative Sociali Momo, Fiordaliso, CIS, Insieme a Voi e Armonia.

Il fenomeno delle immigrazioni forzate verso l’Europa negli ultimi anni ha vissuto un aumento esponenziale dovuto prevalentemente all’instabilità politica ed economica, alla povertà, alle guerre in numerosi Paesi africani.

I dati relativi agli sbarchi sulle coste italiane nell’ultimo quinquennio, raccolti dal progetto ‘Rotte comuni’ della Caritas, sono, in questo senso, esemplificativi: 4.406 nel 2010 migranti approdati sulle coste italiane nel 2010; 62.692 nel 2011; 13.267 nel 2012; 42.295 nel 2013; 170.000 nel 2014.

Secondo il Rapporto sulla protezione internazionale in Italia, promosso da Anci, Caritas Italiana, Cittalia, Fondazione Migrantes e Sprar, in collaborazione con l’Unhcr (Alto commissariato Onu per i rifugiati), sono stati circa 320 mila i migranti che da gennaio 2015 a metà settembre hanno percorso la rotta del Mediterraneo: circa 205 mila sono approdati in Grecia, mentre 115 mila persone hanno raggiunto l’Italia. Metà delle persone che hanno scelto la rotta mediterranea giungono dalla Siria, il 12% dall’Afghanistan, il 9% dall’Eritrea, mentre in misura minore si registrano presenze di nazionalità nigeriana e irachena.

E’ chiaro come i numeri, incrementati notevolmente negli ultimi due anni, giustifichino politiche ed interventi volti a rispondere alla necessità primaria di accoglienza, come previsto dalla Costituzione italiana, che all’art.10 comma 3 recita: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”.

Il forte aumento del flusso migratorio ha spinto il governo italiano a predisporre un secondo canale per l’accoglienza, a fianco dello SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati).

Sulla base di criteri stabiliti dal Ministero, parte delle persone accolte presso i Centri Governativi per Richiedenti Asilo (CARA-CPSA-CDA) vengono inviate presso le varie sedi di accoglienza temporanea individuate sul territorio italiano, previ accordi specifici con le locali Prefetture, che a loro volta le collocano, attraverso dei bandi, presso strutture recettive (alberghi e simili) e strutture del III° Settore (cooperative, associazioni).

In un periodo iniziale è prevalsa l’urgenza dell’accoglienza ‘fisica’; successivamente ci si è giustamente preoccupati non solo della risposta ai bisogni materiali primari (alloggio, pasti), ma anche di offrire opportunità di socializzazione (insegnamento della lingua, contatti con il territorio, forme di approccio alla nostra cultura, accompagnamento legale alla commissione che esamina la richiesta di Asilo, la mediazione sociale e culturale).

Nel Cuneese la cooperazione sociale – rappresentata da Momo, Fiordaliso e CIS (consorzio di cooperative), Insieme a Voi e Armonia – ha ritenuto non sufficiente attenersi alle normative di accoglienza stabilite dal Ministero e ha costituito una rete di imprese denominata ‘Rifugiati in rete’ tendente a individuare, attraverso una serie di incontri, linee guida che fissino stili e modalità di un’accoglienza più consapevole.

Questo confronto a breve porterà alla pubblicazione di una vera e propria Carta dei Servizi. In buona sostanza, si tratta di individuare dei princìpi base di azione e di confrontarsi sulle pratiche concrete da

mettere in atto. Si è scelta la costituzione di piccoli gruppi di persone, che più facilmente possono entrare nel contesto di uno specifico territorio senza creare problemi di convivenza.

Territorio che va preventivamente analizzato per coglierne caratteri e potenzialità recettive, e con il quale va stabilito un dialogo di accettazione e condivisione del progetto, sia con i cittadini che con gli amministratori.

Si tratta quindi di un ‘accompagnamento’ verso l’autonomia nella vita quotidiana e l’integrazione sociale, la cui necessità è motivata anche dai tempi lunghi di attesa del pronunciamento della commissione che valuta le pratiche: se infatti la legge prevederebbe 45 giorni come limite temporale per l’accoglimento o il respingimento delle domande d’asilo, nella realtà i tempi d’attesa oscillano tra i 12 e i 18 mesi.

Particolare importanza assume anche l’accompagnamento degli immigrati verso l’audizione davanti alla commissione che esamina le domande di asilo. La maggior parte di loro, infatti, ha scarsa conoscenza dei suoi risvolti burocratici e neppure è consapevole della sua delicatezza, in quanto momento fondamentale per ottenere lo status di rifugiato (meno del 50% delle domande ottiene una risposta positiva…), tanto che spesso non si pensa neppure a produrre documentazione e testimonianze che garantirebbero automaticamente l’accoglimento della domanda presentata.

Da fonte del Ministero dell’Interno, i richiedenti asilo arrivati a seguito dell’emergenza profughi in provincia di Cuneo sono stati complessivamente 931.

A febbraio 2015 il dato è di 329 persone presenti sul territorio provinciale.

Il Viminale ha comunicato che in Regione Piemonte entro il 2015 si prevede l’arrivo di ulteriori 1.151 profughi, 191 dei quali in provincia di Cuneo.